Don Alberto Maria De Agostini L’ultimo esploratore della “Fine del mondo” (1883-1960)

Francesco Motto (ed.)

  • Codice EAN/ISBN: 978-88-213-1556-5
  • Num. Collana: 34
  • Collana: Studi
  • Anno di pubblicazione: 2023
  • Pagine: 292

22.00

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Atti del Convegno internazionale di studi (Roma, Università Pontificia Salesiana, 25-27 aprile 2022)

Don Alberto Maria De Agostini (1883-1960) – o Don Patagonia, come è stato soprannominato – è una figura molto nota al grande pubblico in Argentina e Cile, mentre lo è molto di meno nel Paese nativo, l’Italia. Eppure lo meriterebbe in quanto diligente cartografo per nascita, provetto scalatore ed esperto fotografo per eredità territoriale, buon sacerdote salesiano per vocazione, generoso missionario per scelta, intrepido esploratore della Patagonia e Terra del Fuoco, valido promotore turistico, con eccellenti doti di naturalista, etnologo, scrittore, cineasta.

La chiave di lettura della figura di don De Agostini, che ha attraversato l’oceano atlantico dieci volte per esplorare in lungo e in largo un mondo che gli stessi geografi contemporanei conoscevano parzialmente e in modo impreciso, potrebbe essere individuata nel noto verso dell’Ulisse dantesco: “Considerate la vostra semenza. Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” (Inf. C. XXVI, 119).

In quella terra della “fine del mondo” sognata da don Bosco, don De Agostini ha portato a termine spedizioni di grande valore scientifico scalando coraggiosamente decine di montagne per lo più coperte di neve e ghiaccio, attraversando foreste vergini inesplorate, navigando in tumultuose acque, percorrendo a piedi, a cavallo, su carri, migliaia di chilometri di impervi ed inesplorati terreni, il tutto affrontato con penuria di mezzi e tra incredibili difficoltà climatiche. Per 50 anni, equamente divisi fra Italia e Argentina-Cile, ha intrecciato lunghe escursioni con giornate di lavoro a tavolino, ha alternato esplorazioni scientifiche e pubblicazioni con attività educative e sacerdotali, ha intercalato solitudini assolute con la vita comunitaria.

Attraverso libri, conferenze, fotografie e documentari ha messo sulla mappa del pianeta l’ultimo lembo di terra ignoto all’umanità – prima che gli aerei lo potessero facilmente sorvolare – e ha tramandato alle future generazioni vedute
naturali e volti di popolazioni indigene prima che scomparissero: le une per il surriscaldamento climatico, gli altri per violenti contatti con la “civiltà ed il progresso” degli invasori occidentali. Il volume raccoglie una serie di interventi di storici, geografi, letterati, fotografi, scalatori, direttori di archivi che dal proprio punto di vista presentano determinate sfaccettature della poliedrica figura del missionario salesiano.

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