Il Simposio, patrocinato dall’Istituto di Spiritualità della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, ha radunato attorno alla Vita del giovanetto Savio Domenico, scritta da san Giovanni Bosco, un gruppo di studiosi di diversa competenza. Ognuno di essi è stato invitato ad accostarsi al testo dalla propria angolatura, con grande libertà.

A Pietro Stella si è domandato di presentare, dal punto di vista storico, il modo in cui don Bosco ha costruito la Vita. Aldo Giraudo ha tratteggiato il contesto dell’opera e la sua architettura, per mettere in evidenza le intenzioni dell’autore e i possibili livelli di lettura. José Manuel Prellezo ha presentato una rassegna critica delle varie edizioni e traduzioni della Vita e accennato all’utilizzo di essa negli scritti dei Salesiani fino al 1954. Andrea Bozzolo è stato invitato a formulare un’interpretazione alla luce della teologia spirituale. Carlo Nanni si è accostato al testo con l’ottica dello studioso di pedagogia. Guido Gatti ha riletto il libro in considerazione del tipo di teologia morale nel quale storicamente si inquadra. Albino Ronco ha operato una focalizzazione degli aspetti psicologici. Le linee emergenti e le diverse prospettive di questi contributi sono state riassunte, a conclusione del Simposio, da Octavio Balderas.

L’evento è stato promosso nell’intento di mostrare la fecondità di questa fortunata Vita che ha avuto un notevole impatto sulla storia dell’educazione cattolica e sulla spiritualità giovanile, ben oltre la situazione storica e lo scopo per cui fu composta.