La teologia fondamentale davanti alle sfide del “pensiero debole” di G. Vattimo

DOTOLO Carmelo

  • Codice EAN/ISBN: 978-88-213-0417-0
  • Num. Collana: 152
  • Anno di pubblicazione: 1999
  • Pagine: 502

22.10

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Ha ancora qualcosa da dire il cristianesimo ai sentieri interrotti della storia? In che modo è possibile oltrepassare la drammatica separazione tra ragione e fede? L’ipotesi che veicola il presente studio sta nel tentativo di cogliere il conflitto interpretativo della contemporaneità, segnato dall’incontro-scontro tra modernità, postmodernità e secolarizzazione.
A fronte della tesi più nota del rapporto modernità-cristianesimo, cioè quella della loro reciproca esclusione, e della conseguenziale lettura della postmodernità quale tempo caratterizzato dalla morte di Dio, è individuabile un altro percorso:recuperare l’intenzionalità teologica della secolarizzazione come principio ermeneutico, per un confronto tra l’incompiutezza della modernità e la reazione nichilistica della postmodernità, e in vista di una nuova solidarietà tra ragione e fede, teologia e filosofia.
All’interno di tali prospettive, l’analisi del pensiero di Gianni Vattimo, espressione emblematica della crisi che avvolge la nostra epoca, costituisce una provocazione per la riflessione teologica, soprattutto nella rilettura che il filosofo opera del principio-secolarizzazione quale spazio per rileggere la relazione tra eredità cristiana e pensiero debole.
In tal senso, reinterpretare la teologia dalla secolarizzazione, significa porsi nell’ascolto della Rivelazione che dà a pensare; perché in essa la memoria del Dio di Gesù Cristo diventa riserva critica contro la morte dell’uomo.
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