Origene pronunciò le sue Omelie sui Numeri a Cesarea di Palestina tra il 245 e il 250 d.C. Esse sono state tramandate nella traduzione latina realizzata da Rufino nel 410. Il Maestro alessandrino rilegge il libro dei Numeri alla luce del Nuovo Testamento, penetra il senso profondo della parola di Dio, interpreta sistematicamente la pericope in esame ed esorta i suoi ascoltatori ad accogliere nella vita pratica le conseguenze che scaturiscono dalla riflessione sulla Sacra Scrittura. Il tema caratteristico che percorre tutta la raccolta è il progresso morale e ascetico dei battezzati nella prospettiva di un itinerario incessante che gradualmente avvicina la loro anima al Logos, e per suo tramite a Dio. La parola divina, inesauribile e feconda, offre ad Origene un campo immenso di indagine; provoca un atteggiamento di perenne ricerca, sempre protesa a ulteriori progressi; consente anche vere e proprie esperienze mistiche a colui che vi si immerge con tutta la sua persona e prega.

In queste Omelie Origene si rivela un grande esegeta e maestro di vita spirituale, un pastore di anime attento alle ripercussioni morali e ascetiche della parola biblica, un catecheta preoccupato dell’insegnamento anche presso i più semplici.