La scoperta dell’Occidente non fu una conseguenza della storia indiana di per sé, non fu cioè provocata da ricerche o da aspettative indiane, ma apparve come una rottura provocata dall’esterno. L’India non ha cercato l’Occidente ma, dopo essere stata da esso scoperta, ha sviluppato modalità di ricezione, di critica e di appropriazione variegate, caratteristiche e nuove. Questa ricettiva assimilazione dell’Europa e dell’Occidente contiene un fecondo potenziale per una riflessione ed un’autocritica europea che non si sono affatto esaurite. Gli europei e gli occidentali in generale devono ancora imparare ad esporsi allo sguardo e al giudizio di altre tradizioni, permettendo così a se stessi di essere da esse scoperti e compresi.

(Wilhelm Halbfass)

Il libro curato da Fizzotti e Squarcini documenta efficacemente come in trent’anni i movimenti di ispirazione orientale abbiano costituito e costituiscono ancor più nel tempo presente un laboratorio a cielo aperto di un incontro fecondo fra culture considerate ingiustamente lontane. Dunque un contributo utilissimo alla ricerca sociologica e psicologica che voglia riflettere sulle grandi trasformazioni culturali in atto nelle nostre società divenute sempre meno monoculturali e sempre più aperte allo scambio fra culture diverse.

(Enzo Pace) (dalla Prefazione)